Annamaria Mascii, una donna di 82 anni residente a Vernio, è tornata nella sua casa sotto regime di arresti domiciliari dopo aver soffocato il marito, Roberto Elmi, 87 anni, affetto da Alzheimer. Il tragico evento è avvenuto la sera del 29 settembre, quando l’anziana ha utilizzato un cuscino per porre fine alla vita del coniuge.
Dopo l’omicidio, Annamaria è stata ricoverata all’ospedale Santo Stefano, dove è rimasta per diversi giorni. Sconvolta dall’accaduto, è stata assistita dai medici del reparto di psichiatria e sorvegliata dai carabinieri della stazione di Vernio. La donna, accusata di omicidio volontario, ha confessato il gesto alla pm Alessia La Placa, mentre era ancora ricoverata e curata in ospedale. Inizialmente in stato di shock, le uniche parole che è riuscita a pronunciare sono state quelle della sua ammissione.
Dopo aver soffocato il marito, Annamaria ha cercato di togliersi la vita ferendosi alla gola con un coltello. L’interrogatorio di garanzia si è svolto sempre in ospedale, dove l’anziana è rimasta ricoverata sotto cure psichiatriche.
Questo dramma familiare ha colpito profondamente la comunità di Vernio, evidenziando le difficoltà e le pressioni che le famiglie affrontano nell’assistere i propri cari malati. La tragedia ha messo in luce la disperazione e la sofferenza che possono derivare da situazioni così complesse.
Attualmente, Annamaria è agli arresti domiciliari nella sua abitazione, dove è seguita dai medici e dagli assistenti sanitari specializzati. La vicenda di Annamaria e Roberto è un triste esempio di come la malattia e la disperazione possano portare a conseguenze impensabili.
In un momento così delicato, è importante riflettere sull’importanza di offrire supporto e assistenza alle famiglie che si trovano ad affrontare situazioni simili. La storia di Annamaria e Roberto ci ricorda quanto sia fondamentale essere consapevoli delle sfide legate all’assistenza ai malati e alla gestione delle proprie emozioni di fronte a situazioni così difficili.